Pasqua

Parola

Il tempo di una nuova presenza

La festa dell’Ascensione del Signore al cielo è una festa strana e diversa: non c’è nulla che si possa guardare. Il Risorto è sottratto alla vista. Non è allora festa di qualcosa che può essere visto, ma di qualcosa che deve essere fatto. È festa che mette in moto la vita e ridesta dai nostri torpori. E allora dobbiamo lasciarcelo ridire senza preamboli: abbiamo bisogno di un pastore, ci serve una guida che sappia orientare i nostri passi, che sappia condurci e tenerci vicini, che sappia difenderci e proteggerci da tutto, persino dalla stessa vita.

E allora con il coraggio di vedere ciò che già sappiamo e proviamo a nascondere, lasciamo che la Parola ci dica di Lui e poi dica anche di noi.

Leggi tutto
Parola

Perché la Chiesa sia in pace

La Pasqua ci fa conoscere il mistero che ci unisce a Cristo e ai fratelli. Siamo tralci di un’unica vite. Credere nel Risorto, allora, è restare uniti a lui e, insieme ai fratelli, portare frutti di vita nuova e abbondante. Senza di lui non possiamo far nulla. Il Padre, l’agricoltore, vuole che la nostra vita, unita a quella di Cristo e, attraverso di lui, a quella di tutti i fratelli, diventi dono che non si misura, abbondanza che non viene meno, bellezza che non si consuma.
E allora dobbiamo lasciarcelo ridire senza preamboli: abbiamo bisogno di un pastore, ci serve una guida che sappia orientare i nostri passi, che sappia condurci e tenerci vicini, che sappia difenderci e proteggerci da tutto, persino dalla stessa vita.

E allora con il coraggio di vedere ciò che già sappiamo e proviamo a nascondere, lasciamo che la Parola ci dica di Lui e poi dica anche di noi.

Leggi tutto
Parola

In cerca di un pastore

Ci vuole coraggio e una dose d’incoscienza per ascoltare ancora la storia del pastore e delle pecore, del gregge e dei recinti. È un bagno di umiltà la Parola. Ci immerge nella verità di ciò che siamo e viviamo. Ci fa guardare dentro, ci priva dei mondi e dei concetti che abbiamo costruito e ci fa vedere, nuda come è sempre, la carne vera della nostra umanità. 

E allora dobbiamo lasciarcelo ridire senza preamboli: abbiamo bisogno di un pastore, ci serve una guida che sappia orientare i nostri passi, che sappia condurci e tenerci vicini, che sappia difenderci e proteggerci da tutto, persino dalla stessa vita.

E allora con il coraggio di vedere ciò che già sappiamo e proviamo a nascondere, lasciamo che la Parola ci dica di Lui e poi dica anche di noi.

Leggi tutto
Parola

Per non credere ad un fantasma

La storia di Pasqua è storia vera, intrisa di sangue, di corpo e di vita. Credere alla Pasqua è scorgere, in ogni piega, i segni di un Dio che ha scelto di stare dalla parte degli uomini. C’è sempre il rischio di credere al Risorto come fosse un fantasma, qualcosa di vago e di evanescente, di sfuggente e senza storia. Credere, invece, è vivere per intero il mistero in cui Dio rivela se stesso. Di questa, che è storia d’amore e di passione, siamo testimoni ogni volta che la rendiamo viva nella nostra carne e crediamo, con le nostre scelte, che il Santo e il Giusto vince su tutto il male del mondo e apre ad ognuno la via del perdono.

Leggi tutto
Parola

Credere ad un Dio dei volti

La parola “Dio” può dire ancora molto ma il rischio è confondere Dio con i concetti che abbiamo. Possiamo immaginarlo come il sovrano potente che tutto dispone e organizza, come l’energia che muove le cose, come l’insieme di quello che esiste, come la parte migliore di noi. E forse il rischio è che ciascuno abbia e si faccia il suo Dio. Dedicare una festa alla Trinità ci chiede di ritornare a questo cuore pulsante e vitale del nostro credere.  Ci siamo smarriti per strada. Abbiamo manomesso il cuore del nostro messaggio e abbiamo offerto un Dio che fosse a misura umana. 

Leggi tutto
Parola

La Pasqua non è conclusa

Per cinquanta giorni abbiamo celebrato la Pasqua. Abbiamo raccolto i frutti di questa storia, lasciando che la vita del Cristo risorto smuovesse le morti che ci portiamo dentro, aprisse i sepolcri che teniamo chiusi, ridestasse il coraggio e la voglia di amare. Si conclude il tempo pasquale, ma non si conclude la Pasqua, non si chiude e rinserra la storia nuova che, da quel giorno, ha investito la vita del mondo. La Pentecoste, infatti, più che chiudere il periodo pasquale, compie e rende perenne il tempo nuovo della Pasqua di Cristo. 

Leggi tutto
Parola

La Pasqua si fa feriale

L’Ascensione di Gesù al “cielo” ci mette alla prova. Sarebbe facile incontrare il Risorto che cammina nelle nostre strade, ma non è questo che ci è stato donato. Sarebbe bello tenere lo sguardo orientato al cielo, restare lì, in attesa che qualcosa avvenga, ma non è al cielo che dobbiamo guardare. Il nostro sguardo è incastrato in questa terra, è orientato a questo mondo, è fissato su questa storia. 

Leggi tutto
Parola

Amare è vedere Dio

Questo non è il tempo dell’assenza. Il Risorto è vivo e noi lo vediamo perché amare è vedere Dio. È il tempo della testimonianza pasquale, in cui dare ragione, amando, della speranza che è in noi. Amare è da Dio, per questo il Figlio ha promesso a noi il Paràclito, perché ci resti accanto per sostenere il cammino, per renderci capaci di vivere fedeli alla speranza che ci è stata donata, fedeli all’amore che è Dio.

Leggi tutto
Parola

Erranti come pecore

È difficile parlare di pecore e di pastore, di recinti e di porta. Siamo convinti che ciascuno basti a se stesso e sappia già dove andare. Non sentiamo il bisogno di stare insieme, di essere gregge che si ritrova. E poi ci ritroviamo a leccarci le ferite, rinchiusi nelle verità che abbiamo elevato a torri di difesa e di attacco. Siamo incapaci di riconoscerci e saperci vicini.È il primo giorno della settimana, il giorno primo del mondo perché è l’inizio di un mondo nuovo. Ma le porte sono chiuse perché è forte il timore degli avversari, l’insidia di chi è là fuori. Hanno paura di fare una brutta fine, di seguire davvero il Maestro di cui ancora sono chiamati discepoli. Ma ora non c’è più nulla da fare, nessuno più da seguire.

Leggi tutto