Dio cerca casa e dimora
Siamo condotti al cuore del nostro credere e al centro del nostro tempo, al senso più vero di ciò che viviamo. Perché credere è dare a Dio nuova carne, farlo entrare ancora in questo mondo perché sia presenza viva e luminosa. Non c’è bisogno di salire al cielo, di solcare distanze e sfidare altezze, c’è semmai urgenza di accogliere qui in basso ciò che dall’alto ci è stato donato, di accettare che venga un Dio ad abitare oggi la nostra storia. C’è bisogno di rendere viva, nelle vicende di questo tempo, la memoria e la presenza di quelle parole che ci hanno svelato il suo volto di Padre.