Una tomba che profuma d’amore

Il Vangelo è la storia di un’amicizia. Una storia che conosce il pianto, il dolore, la paura, la morte. È la storia di ognuno quando comprende di essere amato, quando vede, tra le tante lacrime che la vita gli dona, anche quelle dell’Amico che sembrava lontano, quasi distratto e indifferente al dolore che accompagna ogni morte. “Colui che tu ami” è malato, dicono a Gesù. E non c’è migliore definizione dell’amico e dell’uomo. Ognuno ha impresso per sempre questo nome davanti a Dio. Ognuno è colui che egli ama. E prima di ogni altra cosa siamo questo per lui: coloro che egli ama. E gli amati si ammalano, provano dolore, attraversano il confine ostile della morte. E non una volta soltanto. La vita è costellata di morti: delusioni, fallimenti, cadute, perdite, insoddisfazioni. Perdiamo sempre qualcosa di noi, fino a perdere tutto noi stessi.

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Sedersi dalla parte giusta della storia

È, forse, inevitabile, che ci siano differenze, che restino i ricchi e i poveri. E non è giusto chiamare i ricchi peccatori e i poveri giusti. È vero, però, che tutto si complica quando, con le nostre scelte, costruiamo abissi tenendo chiuse le porte, che servono a difendere i nostri beni acquisiti, ma soprattutto a difendere il nostro sguardo. Costruiamo fossati per tenere i poveri alla giusta distanza, quella utile per non vederli, per non sapere che ancora ci sono, che restano seduti ai margini della vita, trattenuti lì perché siano più ricchi i nostri banchetti. E, ingenuamente, siamo contenti perché siamo seduti dalla parte “giusta” della storia.

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