Un libro per uomini in cammino

di Charlotte Taglioni

Come si racconta un Dio in un mondo confuso e caotico, pieno di altri dei e di voci diverse? Si fa come si è sempre fatto, come Dio ha fatto nel mondo confuso e pieno di dei di Abramo: si racconta anzi, si dà inizio ad una storia. E le storie sono la memoria di un popolo, sono da sempre alla base dell’educazione dei bambini perché le storie servono a ricordarci che alcune dinamiche, alcune relazioni, alcune verità rimangono immutabili, fanno parte dell’animo umano. Si ripetono nella storia in modo sempre diverso ma profondamente simile, perché raccontano sempre qualcosa di profondamente condiviso. 

Le storie però, come anche i libri, è risaputo che si leggono una, magari più volte, ma poi perdono il loro interesse, diventano “una storia già sentita”, “un film già visto”. Eppure quella verità immutabile rimane lì, incastrata in quella storia di cui poi si ricorderanno, magari anche in modo vago, solo i principali eventi. Nonostante ciò, come è vero questo modo di procedere dell’uomo, così è vero anche che il Signore mai si stanca di cercare l’uomo e sempre si fa strada verso di lui in modi sempre nuovi per l’uomo ma sempre fedeli allo stile di Dio che è sempre fedele a sé stesso. 

È in tale contesto che, mi sembra, appaia questo libro di Manco, Una storia di fede. Abramo (Tau Editrice), in cui nulla di nuovo è scritto ma da cui, come da una vecchia pagina impolverata, l’autore toglie la polvere facendo risaltare le vicende, i dialoghi, le parole e, soprattutto, le relazioni in modo del tutto nuovo. È così che riassumerei questo libro, un libro di continue relazioni in varie dimensioni. Risaltano infatti le relazioni e i continui rimandi nella dimensione del tempo, dove il passato, il presente e il futuro sono oggetti (ma non protagonisti) indiscussi di tutta la storia di Abramo, nella quale ci siamo anche noi; nella dimensione della relazione storica ed esistenziale tra individuo (Abramo e/o lettore), popolo (in particolare Israele) e umanità, legati insieme da una promessa che raggiunge tutti e che è stata sigillata da Gesù di Nazareth; nella dimensione delle relazioni interpersonali, con un continuo richiamo alla necessità dell’alterità, di qualcuno, altro da me, che mi rimette in cammino, necessario alla mia storia perché io, riconoscendo l’altro, mi possa riconoscere e la mia storia avanzi, porti frutto e Dio possa realizzare le sue promesse. Quest’ultima dimensione, insieme all’importanza dell’alterità, viene quasi paradossalmente esaltata nella relazione padre-figlio che sarà centrale nella vita e nella conversione di Abramo.

Nel leggere la storia di Abramo direttamente dal libro della Genesi, l’autore dà un risalto alla storia cercando di “spiegarla”, letteralmente, cioè aprendo un testo ripiegato su sé stesso dopo anni di letture e di ascolti distratti e portando alla luce cosa si cela dietro ogni parola per Abramo e per noi, mostrandoci come ogni evento della storia di Abramo raccontata dall’Autore sacro è evento anche per i lettori di ogni tempo. Anzi, di questa storia siamo lettori privilegiati in quanto noi, oggi, ne possiamo capire la portata ancor più profondamente di Abramo perché, un po’ come Dio, leggiamo la vicenda dal futuro, e da un futuro in cui Dio si è incarnato portando a compimento ogni promessa. 

Seguendo Abramo nella sua storia riusciamo a vedere noi stessi e abbiamo la percezione di quanto la nostra vita sia più di quello che noi ci aspettiamo perché c’è chi, da sempre, sceglie l’uomo per condurlo verso un progetto che va al di là della sua singola vita, un sogno che riguarda l’umanità intera. E vediamo dunque che, finché c’è ascolto della Parola e apertura, non c’è furbizia o deviazione che possano fermare la novità che Dio vuole portare nella vita di ognuno di noi. 

Questo è il libro di un uomo in cammino, per uomini in cammino che scoprono come le relazioni del tempo (passato, presente e futuro) e delle persone (io, l’altro, la comunità, il popolo) siano relazione in Dio che è eterno presente. 

È avvincente lasciarsi portare nel mondo di Abramo e allo stesso tempo lasciarsi scomodare nel proprio mondo quando una frase o una parola sembrano essere lì per noi, nascoste da secoli in quel libro della Genesi ma annunciate oggi in modo nuovo affinché quella Parola possa raggiungerci in modo nuovo. Grazie per averci raccontato di nuovo questa storia

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