Non servirsi del proprio servizio
Ci sono parole divine che fanno fatica ad entrarci nel cuore. La vita fa resistenza e oppone delle buone ragioni. A volte, ci sembra giusto rileggerle sotto altra luce, smussarle e renderle più congeniali. E, così, ci evitiamo la fatica di restare sospesi, di interrogare la vita, di mettere in crisi noi stessi e ciò che sappiamo. Le parole che la liturgia oggi ci presenta stridono e fanno rumore. Tracciano solchi che non riusciamo a colmare. E allora conviene ascoltare davvero quelle parole, mettendoci anche in ascolto dei loro echi e dei loro rimandi. Dobbiamo prenderci il tempo di ampliare lo sguardo e l’orizzonte, in attesa che sia il cuore a farsi più ampio, abitato da una fede che resta un dono, da un amore che non possediamo, da una grazia che non possiamo arginare.