Un “contratto” non ingannevole
Ci sono momenti in cui, pensando a Gesù e al suo Vangelo, sentiamo un forte entusiasmo e immediata adesione. C’è la voglia di mettersi in gioco, di dare inizio ad un tempo nuovo. È una partenza decisa, che non tiene conto di ciò che occorre, che non misura ciò che manca, che non vede ciò che è richiesto. E anche nell’annuncio, vogliamo raggiungere i grandi numeri e presentiamo Gesù con le strategie di marketing e promuoviamo la fede come fosse un’escursione in terra piana. Infiocchettiamo la Chiesa o, meglio ancora, la nascondiamo, annacquiamo il Vangelo e lo addomestichiamo per renderlo umano. Vogliamo aumentare il consenso, suscitare la simpatia, avere folle che vengano dietro.